psicologi e coronavirus
Salute della Mente

Come operano gli psicologi ai tempi del lockdown?

In questo articolo parleremo di come operano gli psicologi ai tempi del lockdown (anche online, a distanza): lo abbiamo chiesto a Ilaria Giannoni, psicologo a Firenze.

La situazione sanitaria globale che ha colpito, sembra assurdo dirlo ma è così, l’intero pianeta ha causato non pochi danni su ogni fronte e frangente.

Siamo stati colpiti a livello economico e sociale, per non parlare dei tantissimi decessi che abbiamo subito: persone care, conoscenti o persone dello spettacolo; ognuno di noi ha subito una perdita ed ognuno di noi ha affrontato e affronta ancora oggi l’emergenza col proprio modo. Molte persone hanno saputo reagire, chi da sole e chi con l’aiuto di parenti o amici o ancora dei supporti messi a disposizione dai comuni o dai tanti volontari.

Molte persone invece psicologicamente sono crollate. La maggior parte sono persone che vivono sole e che non hanno più nessun familiare in vita o se ce l’hanno è troppo lontano e con il divieto di postarsi da casa, la situazione peggiora.

Si pensi a queste persone che vivendo sole non possono più uscire come prima; si rendono conto di essere abbandonate a loro stesse. Questo è uno dei casi per cui, durante il lockdown, si ha avuto bisogno delle competenze degli psicologi.

Come operano gli psicologi ai tempi del lockdown: il supporto telefonico a distanza o on-line

Alcuni comuni mettevano a disposizione questo tipo di supporto psicologico a causa del virus in circolazione, chi ne aveva bisogno poteva chiamare il numero che ogni comune metteva a disposizione e dall’altra parte della cornetta rispondeva uno psicologo professionista che ascoltava i dubbi e soprattutto le paure di chi chiamava.

Chi a casa possedeva un computer con una webcam ed una connessione ad internet poteva invece interagire con uno psicologo privato o con quello messo a disposizione dai comuni vedendosi in videochiamata. Gli psicologi hanno svolto un grande lavoro di supporto durante questo periodo e non solo perché molte persone si sentivano sole.

Come operano gli psicologi ai tempi del lockdown: motivi per cui si avuto bisogno di loro

Come accennato all’inizio dell’articolo il virus ha colpito il mondo sotto vari fronti. L’operato degli psicologi è stato notevole.

C’era chi aveva bisogno semplicemente di una valvola di sfogo per colmare la solitudine; chi invece non sapeva come fare per superare un lutto improvviso.

Chi faceva il tampone e risultava positivo ( e la procedura persiste tutt’ora ) se veniva ricoverato in ospedale non poteva ricevere la visita di nessun parente perché l’afflusso continuo di persone all’interno degli ospedali poteva causare l’aumento dei contagi all’interno delle stesse strutture ospedaliere.

E così molte persone si sono viste portare via in ambulanza i propri cari e nella peggiore delle ipotesi non rivederli tornare. Ciò ha destabilizzato tantissima gente caduta in depressione anche per questo motivo;

Gli psicologi sono stati vicino anche a quelle persone, a quelle madri e padri di famiglia che hanno perduto il lavoro a causa del lungo lockdown. Genitori che non sapevano più come portare avanti il menage familiare, che non sapevano come far mangiare i propri figli e pagare le bollette.

Molti hanno pensato al suicidio e qui gli psicologi hanno lavorato a distanza, telefonicamente ed on line cercando di trovare il metodo più opportuno per aiutare chi aveva bisogno.

Gli psicologi hanno aiutato telematicamente anche genitori di figli minori con disabilità che senza il lockdown avevano il supporto di insegnanti di sostegno e di strutture adeguate e che chiusi in casa non riuscivano a far interagire i loro figli col mondo esterno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.